Elezioni Politiche 1976

Si vota, il 20 e 21 giugno, ancora prima della scadenza naturale della Legislatura, per la prima volta votano i diciottenni.

QUADRO POLITICO

In Italia c’erano forti tensioni sociali ed il fenomeno del terrorismo era assolutamente rilevante, nel 1973 a causa della chiusura del canale di Suez per le guerre arabo-israeliane e dell’embargo dei paesi arabi nei confronti delle nazioni alleate agli USA ed a Israele, scoppia una grave crisi energetica, in Italia vengono varate alcune misure restrittive: chiusura alle 24 dei locali, alle 22 dei cinema, riduzione dell’illuminazione pubblica e delle insegne pubblicitarie, limiti di velocità e divieto di circolare in auto la domenica (poi trasformato in circolazione a targhe alterne pari/dispari).

Il 12 e 13 maggio 1974 si svolge il referendum abrogativo del divorzio, entrato in vigore in Italia nel 1970, per il SI all’abrogazione si schierano solo DC ed MSI-DN, mentre tutti gli altri partiti, dal PLI alla sinistra extra-parlamentare ed al Partito Radicale sono pe il NO. DC ed MSI-DN alle politiche del 1972 avevano ottenuto il 47,33% dei voti, il referendum finisce con una vittoria dei NO con il 59,26% ed una grave sconfitta sopra tutto per la DC e per Amintore Fanfano che più di tutti si era impegnato nella campagna del SI.

Nel 1975 erano andate al voto le 13 regioni a statuto ordinario e si era registrato un notevole aumento del PCI, in termini di voti e di regioni conquistate, per approndimenti rimandiamo alla pagina relativa alle elezioni regionali.

 La VI legislatura aveva visto il susseguirsi di sei governi e tre presidenti del Consiglio in soli 4 anni

Andreotti II – dal 26/06/72 al 7/07/73 – DC-PLI-PSDI

Rumor IV – dal 7/07/1973 al 14/03/1974 – DC-PSI-PSDI-PRI

Rumor V – dal 14/03/1974 al 23/11/1974 – DC-PSI-PSDI

Moro IV – dal 23/11/1974 al 12/02/1976 – DC-PRI

Moro V – DAL 12/02/1976 AL 29/07/1976 – DC

RISULTATI

Il tema dominante è il possibile sorpasso del PCI ai danno della DC, questo porta ad un concentrazione di voti su questi due partiti che, insieme, prendono il 73% dei voti.

Stabili DC, PSI e PRI si registra un notevole aumento del PCI ed in misura ridotta della sinistra estrema che riesce per la prima volta ad entrare in parlamento, crollo invece per MSI-DN, PLI e PSDI.

SPECCHIETTO RISULTATI CAMERA

SPECCHIETTO RISULTATI SENATO

Democrazia Cristiana

Leader : Benigno Zaccagnini

14.209.519 voti pari al 38,71% e 262 seggi (+0,05% e meno 4 deputati), recupera un seggio durante la legislatura dopo un riconteggio che lo toglie al PCI. Buoni risultati in tutte le circoscrizioni salvo le regioni “rosse”, a Verona 55,53%, Brescia-Bergamo 53,24%, in Molise 50,11%

Al Senato 38,88% e 135 eletti come nel 1972, aumenta dello 0,81%. In Valle d’Aosta si presenta con Union Valdotaine, RV, UVp e PRI . Bene come sempre in Veneto (52,43%) e Lombardia (41,76%), ben 35 senatori arrivano solo da queste due regioni. Incentra tutta la campagna elettorale sul pericolo del sorpasso del PCI con conseguente governo socialcomunista in Italia.

In Valle d’Aosta alla Camera (primo simbolo) 32,00% al Senato 35,21% e un eletto, Pietro Fosson, che aderisce la Gruppo Misto.

Partito Comunista Italiano

Leader: Enrico Berlinguer

12.615.650 voti pari al 34,37% , 229 seggi, aumenta del 7,22% e di 49 seggi. Supera il 50% a Firenze-Pistoia (50,37%) e si avvicina molto a Siena (49,92%), Bologna (49,23%) e Parma (47,53%), in Valle d’Aosta corre con il PSI e PdUP.

Al Senato 33,83% e 116 seggi, + 7,23% e + 25 senatori. In Emilia-Romagna il 48,26%, Toscana 47,37%, Umbria 47,18%. In Molise si presenta con il PSI (logo con i due simboli) e per la prima volta riesce a strappare un senatore, dei due assegnati alla regione, alla DC anche se l’eletto, Guido Campochiano, aderisce al gruppo PSI. Dopo il successo alle regionali del 1975 ottiene un altro ottimo risultato.

In Valle d’Aosta alla Camera 35,53% ed un eletto, Ruggero Millet che aderisce al gruppo misto, al Senato 32,37%.

Partito Socialista Italiano

Leader: Francesco De Martino

3.540.309 voti pari al 9,64% e 57 eletti, + 0,03% e . 4 seggi, migliori risultati a Mantova-Cremona 13,49% e Milano-Pavia 11,84% , al Senato 10,20% e 29 eletti, – 0,51% e – 4 seggi. Si presenta con il PCI in Valle d’Aosta (anche alla Camera) ed in Molise per il Senato ., qui l’eletto aderisce al Gruppo del PSI

Miglior risultato in Friuli (13,59%) ma da non sottovalutare il dato della Lombardia (11,80%) che frutta sei senatori. Riesce comunque a non perdere voti nei confronti del PCI, tuttavia il risultato é visto come una sconfiitat ed, a luglio, alla guida del partito arriva Bettino Craxi, eletto come “segretario di transizione” dal comitato centrale, rimarrà in carica fino al 1993.

Simbolo presentato in Molise per il Senato

Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale

Leader: Giorgio Almirante

2.238.339 voti pari al 6,10% e 35 deputati, perde il 2,57% e 21 seggi, miglior risultato a Palermo 12,72%, Napoli 11,46% e Trieste 10,17% , sotto il 10% a Roma (9,45%), al Senato il 6,63% e 15 eletti, perde il 2,59% e 11 senatori, miglior regione la Campania (12,44%), poi Sicilia (12,20%).

Un disastro, il MSI-DN esce fortemente ridimensionato dalla tornata elettorale, perdendo 32 parlamentari ed il 30% dei voti.

Inserisce nel simbolo la scritta “Costituente di Destra per la Libertà”, associazione nata nel 1975 nell’ambito dell’operazione Destra Nazionale.

A dicembre 1976 subisce la scissione di 17 deputati e 9 senatori che fondano Democrazia Nazionale, rimane quindi con soli 17 deputati (tolto anche Saccucci) e 6 senatori che dovranno confluire nel gruppo misto. Passano a DN; Lauro, Covelli (ex PDIUM), Nencioni, Delfino, Tedeschi, Cerullo, Roberti (deputato dal 1948) ed altri, perde quasi tutta la componente monarchica, resta solo Trantino, ma anche esponenti storici del MSI.

Partito Socialista Democratico Italiano

Leader: Giuseppe Saragat

1.239.492 voti pari al 3,28% e 15 deputati (-1,76% – 14 seggi), miglior risultato a Belluno-Udine-Gorizia-Pordenone con il 6,85%, poi Cuneo (5,45%) e Torino (4,41%), a Senato 3,10% e 6 senatori, – 2,25% e – 5 seggi,. si presenta con il PRI ed il PLI in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Sardegna, questo gruppo ottiene il 1,06% su scala nazionale ed elegge due senatori, uno in Liguria ed uno in Toscana.

L’eletto in Toscana, Sergio Fonoaltea, aderisce al gruppo PSDI che, con l’adesione di Saragat, senatore a vita, diventa di otto membri. Saragat aveva ripreso la segreteria del partito a marzo 1976 e la lascerà ad ottobre a favore di Pier Luigi Romita,

il PSDI ottiene i sui migliori risultati in Piemonte (5,05% al Senato),.

Partito Repubblicano Italiano

Leader: Oddo Biasini

1.135.546 voti pari al 3,09% e 14 seggi (+ 0,23% e – 1 seggio), Miglior risultato, 6,00%, nella circoscrizione di Bologna che comprende Ravenna dove il PRI ha il 19,11%, bene anche in Piemonte (Torino 3,96% , 4,94% a Torino città) e Milano , 4,09% con il 6,30% a Milano città.

Al Senato 2,69% e 6 senatori, – 0,35% ed un seggio in più, in alcune regioni si presenta con il PSDI e PLI (vedi PSDI) , in Puglia e Basilicata con il PLI (0,16% su scala nazionale senza eletti), regioni miglioie Piemonte (4,53%) ed Emilia Romagna (4,48%) , bene anche in Sicilia (3,94%), forma il gruppo con l’apporto di Eugenio Montale (senatore a vita).

Biasini era diventato segretario nel marzo 1975 succedendo a Ugo La Malfa, il PRI riesce a mantenere i suoi voti, unico tra i tre partiti “laici”.

Democrazia Proletaria

Nel 1975 le formazioni dell’estrema sinistra decidono di rivedere la loro strategia politica che non prevedeva partecipazioni elettorali, alle regionali si presentano il PdUp in alcune regioni da solo e DP come cartello elettorale. Alle politiche del 1976 l’operazione viene ripetuta con DP che comprende: Partito di Unità Proletaria, Movimento Lavoratori per il Socialismo ed Avanguardia Operaia dell’inizio, raggiunti da Organizzazione Comunista marxista-leninista e la Lega dei Comunisti, nel 1976 si aggiunge Lotta Continua.

Al senato presenta solo in Lombardia (1,50%), alla Camera invece é presente in tutta Italia ed ottiene 557.025 pari al 1,52%, supera il quorum a Milano-Pavia con il 2,57% (miglio risultato) ed elegge 6 deputati: Lucio Magri, Eliseo Milani e Luciana Castellina del PdUP, Mimmo Pinto di Lotta Continua, Massimo Gorla e Silvano Corvisieri di Avanguardia Operaia, Vittorio Foà (ex PSIUP), eletto a Torino Napoli rinuncia subito a favore di Corvisieri e Pinto. Il 6/02/1978 il gruppo parlamentare prende il nome PdUP per il Comunismo- DP, il 15/01/1979 Corvisieri lascia per aderire al gruppo misto (sarà in seguito rieletto per il PCI).

Partito Liberale Italiano

Leader: Valerio Zanone

480.122 voti pari al 1,31% e 5 eletti (- 2,57% – 15 deputati). suoera il quorum a Torino-Novara-Vercelli (2,72%) e grazie a questo evita la scomparsa alla Camera, al Senato 1,38% e due eletti (in Piemonte (3,62%) e Lombardia (2,10%) a questi si aggiunge Cesare Zappulli eletto in Liguria con PSDI e PRI (come visto in alcune regioni per il Senato il PLI aveva presentato liste comuni).

i due senatori, Giuseppe Balbo e Vincenzo Bettizza, in un primo momento aderiscono al gruppo Socialdemocratico-Liberale poi dal 1/02/1977 al gruppo misto.

Il PLI subisce una pesante sconfitta elettorale che rischia di farlo sparire, perde i 2/3 dei consensi, arrivato alla segreteria Valerio Zanone (consigliere regionale in Piemonte) imposta una nuova linea politica portando il partito su posizioni più vicine al centrosinistra, evidentemente la scelta non é gradita dafgli elettori. Nel 1976 il PLI aveva adottato un campagna elettorale piuttosto anomala ed innovativa, con manifesti in bianco con scritto Tu voterai liberale perchè….. inutile dire che molti si lasciarono andare a commenti poco … costruttivi.

Il PLI, che nel 1963 con il 6,97% e nel 1968 con il 5,82% era il quarto partito italiano, vine superato anche da Democrazia Proletaria, pur aumentando leggermente nelle prossime tornate non torna più ai risultati ottenuti negli anni 60 e diventa marginale nella vita politica italiana.

Partito Radicale

Leader: Gianfranco Spadaccia (segretario), Marco Pannella

394.439 voti pari al 1,03% e 4 eletti, non era presente nel 1972. Al Senato 0,85% (assente in TAA, Molise, Basilicata e Sardegna).

Il quorum scatta a Roma (1,83%), bene anche a Milano (1,59%), Torino (1,72%), Genova (1,52%) da dove escono i 4 eletti. Miglio risultato a Trieste con il 3,06%, al Senato, i quattro deputati sono; Marco Pannella, Mauro Mellini, Emma Bonino ed Adele Faccio, a a fine legislatura si aggiunge Alessandro dal PCI.

Il Partito Radicale era nato in Italia nel 1955 da una scissione del PLI, nel 1958 si era presentato con il PRI senza grossi risultati, nel 1968 aveva presentato la lista (con il simbolo della Marianna) solo a Milano-Pavia, negli anni 70 é comunque protagonista della vita politica e sociale, in particolare per la battaglia a favore del divorzio. Nel corso della legislatura applica una rotazione di parlamentari e subentrano : Adelaide Aglietta, Maria Luisa Galli, Roberto Cicciomessere ed Angelo Pezzana.

Beni dei Radicali all’asta

Sudtiroler Volkspartei

Leader: Silvius Magnago

184.375 voti pari al 0,50% e tre eletti, come sempre conferma i risultati ottenuti presentandosi solo nella Circoscrizione Trento-Bolzano dove ottiene il 32,50%, al SDwenato pure riconferma i due senatori con il 33,38% recuperando molti dei voti che nel 1972 erano andati a Tirol.

LE LISTE CHE SEGUONO NON HANNO OTTENUTO SEGGI

Democratici Popolari – UVP

Partito Valdostano, DP nasce da una scissione della DC e presenta per la Camera il presidente della regione Cesare Dujany (26,87%) ed al Senato Giuseppe Fillietroz (senatore uscente – 27,19%).

Nuovo Partito Popolare

Si presenta solo in alcune circoscrizioni (Genova, Verona, Venezia, Perugia, Roma, Napoli, Lecce, Potenza, Catania e Palermo, ottiene in tutto 10.927 voti pari al 0,03%, ovunque percentuali bassissime, basti dire che il miglior risultato é 0,20% a Potenza. A Senato in Veneto (0,03%), Lazio (0,08%), Basilicata (0,42%) e Sicilia (0,02%) naturalmente non presenta in tutti i collegi.

Unione Slovena

Si presenta solo a Belluno-Udine-Gorizia-Pordenone (0,42%) e Trieste (2,09%) in tutto 8.183 voti , più votato a Trieste Raffaele Dolhar con 504 preferenze. Al Senato in Friuli-Venezia Giulia prende il 1,16%, (nel collegio Trieste II il 3,34%).

Sozialdemokratische Partei Sudtirols

Nel 1972 era presente solo al Senato, nel 1976 presenta anche alla Camera solo in T.A.A. ottenendo 7,674 voti pari al 1,35%, al Senato ottiene l’ 1,51& (nel 1972 aveva preso il 6,32%, quindi un netto calo e ritorno di voti alla SVP, nel collegio di Bressanone 1972: 20,69% nel 1976 2,98%, questa colta si presenta in tuti e sei i collegi della regione.

Partito Operaio Europeo

5.522 voti pari allo 0,015%, solo alla Camera a Torino (0,09%), Milano (0,07%) e Roma (0,04%), più votati Fiorella Operto (48 preferenze a Torino ed 86 a Roma) e Giusto Giovannetti (61 a Milano), pochi candidati che si ripetono. Il POE era un movimento di estrema sinistra con un programma di tipo filo-sovietico, fondato dall’americano Lyndon LaRouche, un personaggio molto discusso e notop er le sua reiterate candidature alla presidenza degli USA.

Movimento per l’Indipendenza del Territorio Libero di Trieste

Movimento che auspica l’indipendenza (prevista dai trattati post-bellici) del Territorio Libero di Trieste, si presenta solo in quella Circoscrizione dove arrivano 4.540 voti pari al 2,00%, più votato Giovanni Marchesich con 360 preferenze.

Partito Democratico

Nel 1972 aveva depositato il simbolo, nel 1976 si presenta alla Camera nella circoscrizione di Bologna ottenendo 2.797 pari allo 0,17%, più votato Romeo Piacenti con 55 preferenze, presente anche al Senato sempre e solo in Emilia Romagna con un risultato del 0,12%

Partito della Sinistra Democratica

Presente solo a Napoli-Caserta dove arrivano 1,757 voti pari allo 0,09%, la lista é di nove candidati, il più votato é Domenico Molinari con 199 preferenze.

Unione Benessere e Civiltà

Si presenta solo a Palermo-Trapani-Agrigento-Caltanissetta ottenendo 1.299 voti (0,10%) più votato della lista di cinque candidati Giovanni Basirico’ con 180 preferenze.

Gruppo Margherita

Si presenta solo al Senato in Abruzzo conquistando 1.892 voti (0,38%) , i candidati sono solo due (Adolfo Iucci e Mario Tucceri) che si propongono in tre collegi a testa.

Gruppo Ave

521 voti al Senato in Sicilia, pari allo 0,02%… si tratta in effett idi una candidatura indipendente, quella di Martino Fugazzotto che si propone solo in tre colelgi : Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e Patti, ottenendo pochi voti , massimo 0,20%.