Elezioni Politiche 1968

Nel corso della IV Legislatura si alternarono quattro Governi:

Leone I – 21/06/1963 – 4/12/1963 – DC

Moro I – 4/12/1963 – 22/07/1964 – DC, PSI, PSDI, PRI

Moro II – 22/07/1964 – 23/02/1966 – DC, PSI, PSDI, PRI

Moro III – 23/02/1966 – 24/06/1968 – DC, PSI, PSDI, PRI

Quindi per la prima volta il Partito Socialista Italiano entra al governo, prima, infatti, aveva dato solo un appoggio esterno, si concretizza la politica di centrosinistra, fortemente voluta da Aldo Moro, questo non senza strascichi in casa PSI, infatti nel 1964 un gruppo di deputati e senatori lascia il partito per fondare il PSIUP, riprendendo il vecchio nome Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria utilizzato fino dal 1943 al 1947 ed abbandonato per timore che gli scissionisti di Saragat utilizzassero il nome PSI, il PSIUP guardava decisamente a sinistra ed al PCI, due partiti che seguivano con attenzione le tensioni che nel biennio 1967/1968 si erano create nelle Università.

Si stava esaurendo la spinta del boom economico ed i governi di centrosinistra avrebbero dovuto mettere in atto una serie di riforme per rilanciare l’economia, in realtà queste aspettative furono disattese. Vennero istituite le Regioni e venne approvata la legge n. 604/1966, che limitava i licenziamenti alla sola giusta causa.

Il sistema di voto era identico a quello utilizzato nel 1963 ed anche il numero di deputati (630) e senatori (315) da eleggere.

Ci fu un leggero avanzamento della DC e del PCI, mentre PSI e PSDI che correvano insieme persero complessivamente il 5,46% e questo fu visto come un dramma e portò allo scioglimento dell’alleanza, in realtà di questi voti il 4,45% era andato al PSIUP ed il restante uno percento al PCI oppure a liste minori come Socialdemocrazia.

Anche a destra i due partiti, per l’ultima volta divisi, MSI e PDIUM ebbere una leggera flessione cosi come il PLI, questi ultimi probabilmente in parte a favore del PRI, le liste che ottennero seggi alla Camera furono solo 9, mentre al Senato 8 visto che PCI e PSIUP correvano insieme, spariscono definitivamente dal parlamento, quindi, eletti di piccole formazioni politiche ed i senatori indipendenti.

Le elezioni si svolgono il si tennero domenica 19 e lunedì 20 maggio, per la Camera gli elettori erano 35.566.493 – votarono in 33.001.644 (92,79%), bianche e nulle 1.211.216.

CAMERA – specchietto riepilogativo per circoscrizione

SENATO – specchietto riepilogativo per regione

Democrazia Cristiana

Leader : Mariano Rumor

Si conferma il primo partito, alla camera ottiene 12.437.848 voti pari al 39,12% e 266 seggi, rispetto al 1963 + 0,83% e + 6 deputati, al senato il 38,34% e 135 seggi (+ 3,47% e + 3), na ricordiamo che nel 1963 in alcuni collegi presentava liste comuni con il PRI.

Ottiene come sempre buoni risultati in tutta Italia, alla camera la circoscrizione migliore é Verona (56,74%) poi Bergamo-Brescia (55,38%) , bene comunque anche nel sud con percentuali superiori al 40% ovunque tranne Napoli.

Nella circ. Roma Giulio Andreotti prende 252.369 voti di preferenza. E’ l’unico partito presente in tutta Italia visto che in Valle d’Aosta l’unica altra lista é quella autonomista, sia alla camera che al Senato vince la DC. Per il Senato migliore regione é il Veneto con 53,10%, in Molise con il 49,45% otteine entrame i seggi assegnati alla Regione, rendendo di fatto inutile la presenza delle altre liste di candidati.

Partito Comunista Italiano

Leader: Luigi Longo

Nel ruolo di successore di Togliatti, deceduto a Yalta il 21/08/1964, i due candidati più forti erano Amendola e Ingrao, ma Longo per le garanzie di unità e continuità che dava la sua figura, che aveva ricoperto con Togliatti la carica di vicesegretario e aveva sempre con lealtà ed efficacia coadiuvato il segretario, costituiva la soluzione migliore per la segreteria del partito. Longo continuò nella definizione di una politica nazionale del PCI e infatti a differenza del 1956 nel 1968 il partito si schierò contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia.

Per la Camera ottiene 8.551.347 voti pari al 26,90% e 177 deputati, aumenta di 1,64% e 11 seggi. come nelle precedenti elezioni é la prima lista a Siena (45,73%), Bologna (43,92%), Firenze (43,83%), Parma (42,37%), Perugia (39,25%) e Pisa (34,93%), meno votato al sud ed in alcune circoscrizioni del nord, (Lombardia e nord-est).

A Roma arrivano 151.134 preferenze individuali per Enrico Berlinguer.

Evento unico al Senato non presenta il simbolo del partito ma una falce e martello con scritta PCI-PSIUP, le lite comuni dei due partiti ottengono il 30,00% tondo e 101 senatori, c’é um incremento del 4,65% che, di fatto, é la percentuale che ottiene il PSIUP alla Camera.

Naturalmente parte della propaganda elettorale era concentrata sulle indicazioni di voto, visto i due differenti simboli, in considerazione del risultato ottenuto si può dire che abbia funzionato. Migliori regioni l’Emila Romagna (46,76%), Umbria (44,90%), Toscana (44,15%).

A fine legislatura la composizione dei gruppi parlamentari al Senato era la seguente PCI 77 membri, PSIUP 13 membri, Sinistra Indipendente 12 (compreso Parri senatore a vita).

PSI – PSDI Unificati

Leader :Pietro Nenni – Giuseppe Saragat

tessera del 1967 di PSI-PSI Unificati

Nel novembre del 1966 i due partiti avevano costituito gruppi comuni alla Camera ed al Senato, PSI e PSDI unificati, comunemente abbreviati un PSU. Il processo di unificazione era stato previsto rispettando la rappresentaza paritaria dei due partiti, ogni carica era doppia: due segretari. Francesco De Martino e Mario Tanassi, due vice, Giacomo Brodolini ed Antonio Cariglia, Come simbolo fu scelta una combinazione degli emblemi dei preesistenti partiti, sormontata dalla scritta PSI-PSDI UNIFICATI: tale emblema, per il suo aspetto, venne ironicamente soprannominato “bicicletta”, presidente del partito era Pietro Nenni, ricordiamo che Giuseppe Saragat era stato eletto Presidente della Repubblica nel dicembre del 1964 e quindi ricopriva questa carica.

Venne ideato anche un simbolo unitario che non fu mai utilizzato perché ben presto i due partiti riprendono strade separate, in ambito locale, peraltro, i due partiti mantennero le proprie strutture. Durante il congresso che si svolge nell’ottobre del 1968 viene deciso il cambio del nome del partito, che torna a chiamarsi ufficialmente Partito Socialista Italiano – Sezione Italiana dell’Internazionale Socialista, segretario nazionale era stato eletto Mauro Ferri, già capogruppo PSI nelle precedente legislatura., ma già il 23 ottobre del 1968 il gruppo parlamentare alla Camera si era diviso, mentre al Senato si dividerà nel luglio del 1969.

Il PSDI in un primo momento adotterà per i propri gruppi il nome Partito Socialista Unificato per ritornare nel 1971 al nome originale, al Senato il gruppo PSDI ha 10 membri , alla Camera 29.

Alla Camera ottiene 4.603.192 voti pari al 14,48% e 91 seggi, nel 1963: PSI 13,84% 87 seggi, PSDI 6,10% 33 seggi, perde quindi il 5,46% e 29 seggi (che in gran parte andranno al PSIUP), mentre al Senato prende il 15,22% e 46 seggi (nel 1963 PSI 14,01% 44 seggi, PSDI 6,35% 14 seggi), cedendo, alle liste PCI-PSIUP, il 5,14% e perdendo 12 senatori. L’insuccesso elettorale fu sicuramente la principale causa del mancato processo di unificazione.

Migliore circoscrizione Belluno con il 21.68%, bene anche in Lombardia, generalmente meglio nel nord che al centrosud.

Al Senato bene in Friuli (19,01%), Lombardia e Piemonte oltre il 17%

Partito Liberale Italiano

Leader: Giovanni Malagodi

Si conferma come quarta lista pur perdendo qualcosa rispetto al 1963, quando aveva avuto un buonissimo risultato.

Il PLI nella Legislatura era rimasto all’opposizione non intendendo partecipare a governi che comprendevano il PSI.

Alla Camera prende 1.850.650 pari al 5,82% e 31 seggi, rispetto al 1963 meno 1,15% e perde 8 deputati, al Senato il 6,79% e 16 seggi, meno 0,73% e perde 4 seggi, contando che nel 1963 uno era stato eletto come indipendente collegato.

Migliori risultati a Torino (10,31%) e Milano (9,48%), bene al Senato in Piemonte (11,48% e 3 eletti) ed in Lombardia (8,44% e 4 eletti) ma anche in Sicilia (8,31% e due seggi), molto bene a Milano città dove, come nel 1963 in alcuni collegi senatoriali supera il 20%.

Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria

Leader: Tullio Vecchietti

Nasce nel 1964 da una scissione del PSI, contrari alla rottura con il PCI ed all’alleanza di governo con la DC un gruppo di parlamentari fonda il PSIUP, riprendendo il nome usato dal 1943 al 1947.In totale, furono 24 i deputati e 10 i senatori che lasciarono il PSI per aderire alla nuova formazione, permettendo la formazione di gruppi parlamentari autonomi in entrambe le camere, tra i fondatori; Tullio Vecchietti, Vittorio Foa, Emilio Lussu, Lucio Libertini, Lelio Basso e Dario Valori che ne diventa segretario nel 1971.

Il debutto elettorale é di tutto rispetto, sottraendo voti al PSU, alla Camera il PSIUP ottiene 1.414.697 voti pari al 4,45% e 23 seggi, i risultati migliori arrivano a Bergamo (6,19%) e Como (6,12%), bene anche in Sicilia, oltre il 5% ed in Sardegna, nel corso della legislatura Lelio Basso abbandona il PSIUP.

Come abbiamo vito al Senato partecipa con il PCI, sono 14 gli eletti riconducibili al PSIUP, a questi si aggiunge Lino Venturi subentrato ad un senatore comunista deceduto , sul finire della legislatura (1971 e 1972) due senatori abbandonano il gruppo per rientrare nel PSI.

Movimento Sociale Italiano

Leader : Arturo Michelini

E’ ancora guidato da Arturo Michelini che mancherà il 15/06/1969 e sarà sostituito da Giorgio Almirante. Dopo i fatti di Genova venne creato l'”arco costituzionale” che di fatto comprendeva tutti i partiti tranne il MSI, si trovava così isolato dalla vota istituzionale del Paese.

Subisce una flessione alla Camera, ottiene 1.414.036 voti pari al 4,45% e 24 deputati (uno in più del PSIUP a parità di voti per la maggior incidenza del voto nel sud), perde quindi lo 0,66% e tre seggi, al Senato 4,56% ed 11cseggi, perde il 1,54% e 4 seggi, in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo e Sardegna si presenta con il PDIUM, ottenendo si scala nazionale il 1,01% ma nessun eletto, quindi perde anche il senatore sardo eletto nel 1963 e che era riconducibile al MSI.

Il miglior risultato é a Trieste (9,39%) ma senza eletto, a Roma prende il 8,26%, per il Senato bene in Sicilia (10,15%) con notevole differenza rispetto al voto per la Camera, Ad Acireale Cristoforo Filetti ottiene il 41,53%

I gruppi parlamentari non subiscono variazioni numeriche nel corso della legislatura a a parte l’adesione del deputato Giovanni De Lorenzo eletto nel PDIUM.

Partito Repubblicano Italiano

Leader : Ugo La Malfa

Nel 1965 viene eletto segretario Ugo La Malfa che succede ad Oronzo Reale dopo una segreteria collegiale Biasini-Salmoni-Terrana ( da gennaio 1964 a marzo 1965), il PRI fa stabilmente parte della colazione di centro sinistra al Governo, questo porta il liberista Randolfo Pacciardi ad abbandonare il partito per fondare Nuova Repubblica.

Probabilmente avvantaggiato dal fatto di essere un partito di governo e magari rosicchiando qualche voto al PSDI, nelle elezioni del 1968, dopo alcune tornate deludenti e con risultati stabili, il PRI ha un leggero aumento di voti, alla camera ne arrivano 626.533 pari al 1,97% e 9 eletti, quindi + 0,60% e + 3 deputati, al Senato prende il 2,17% e per la prima volta dal 1948 elegge direttamente due senatori, in Campania con il 3,04% ed in Sicilia con il 5,04%, Come sempre buon risultato nella Circ,. di Bologna, che comprende Ravenna, 4,90% ma questa volta superata da Palermo con il 5,09% (La Malfa era nato proprio a Palermo), i due senatori aderiranno al gruppo misto, mentre alla Camera si forma un gruppo autonomo. (si noti la leggera modifica di tonalità del simbolo).

Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica

Leader : Alfredo Covelli

Presente per l’ultima volta sulle schede elettorali il PDIUM, se possibile, riesce a peggiorare il risultato del 1963, alla Camera arrivano 414.507 voti pari al 1,30% e solo 6 eletti, perde quindi lo 0,45% , quindi un quarto dei voti e due deputati, nel corso della Legislatura il gruppo rimane di 5 membri per il passaggio di De Lorenzo al MSI.

Al Senato ottiene il 1,09% e due eletti, entrambe il Campania dove il PDIUM prende il 6,49%, in alcune regioni presenta in comune con il MSI, in altre (Trentino, Friuli, Toscana, Marche, Umbria) é assente, in Lombardia é presente in 13 collegi su 31, in Sicilia manca in alcuni collegi e questo costa il seggio, mancato per circa 3000 voti. I due senatori eletti, Achille Lauro e Gaetano Fiorentino aderiscono al Gruppo MSI Alla camera é assente a Siena ed in Molise, miglior risultato a Napoli-Caserta con il 5,32%, con il 9,18% a Napoli città, dove un tempo Lauro prendeva ben altre percentuali (nel 1953 aveva il 26,25%) Evidentemente voler insistere con la causa monarchica 22 anni dopo il referendum le scissioni ed una linea politica ma chiara tra alleanza con il MSI oppure diventare forza di destra moderata hanno contribuito al dissolvimento del patrimonio elettorale del partito, anche lo stesso Lauro raccoglie poco rispetto ai fasti del 1953 e 1958..

Südtiroler Volkspartei

Leader : Silvius Magnago

La differenza rispetto alle elezioni precedenti sta nel fatto che nel 1968 la SVP si presenta anche a Trieste (1,33%) e Brescia-Bergamo (0,10%), questo per il tentativo di Ugo Gavazzeni e dell’Unione autonomisti d’Italia, il cui simbolo in base allo statuto è una “stella alpina bianca su sfondo nero di un cerchio, al bordo interno della circonferenza venti piccole stelle bianche, significanti le venti regioni d’Italia; al bordo interno delle stelle la scritta per disteso ‘Unione Autonomisti d’Italia’”.

L’idea è di presentarsi alle elezioni del 1968 sotto le insegne della SVP (quindi della stella alpina), in un rassemblement che però non comprende forze di un certo rilievo come Slovenska Skupnost, Partito sardo d’azione e la stessa Uv.  Nelle altre circoscrizioni non riesce a presentarsi e comne negl ianni precedenti il risultato della SVP é di tre deputati e due senatori eletti in Trentino-Alto Adige, dove questa volta presenta in tutti i sei collegi, come sempre nel collegio di Bressanone é un plebiscito con l’81,37%, anche se questa volta c’é un altra lista locale, alla camera 152.919 voti, 0,48% su scala nazionale, 30,02% a Trento-Bolzano.

NESSUN ALTRO PARTITO OTTIENE PARLAMENTARI

Partito della Socialdemocrazia

Il deputato Giuseppe De Grazia, subentrato alla Camera (20-1-1965) a Giuseppe Saragat, divenuto Presidente della Repubblica, non aderisce alla unificazione tra PSI e PSDI e forma un movimento chiamato Socialdemocrazia, prende parte alle elezioni del 1968 ottenendo per la Camera 100.212 voti pari al 0,32% (sottratti sicuramente al PSi-PSDI) la lista é presente solo a Torino, Genova, Venezia, Roma, Napoli, Salerno, Lecce e Catanzaro, il miglior risultato é a Torino (1,81%) comunque abbastanza lontano dal quorum, al Senato é presente solo in 6 collegi del Piemonte (0,98%) ed in 6 del Lazio (0,46%)

Unione Democratica per la Nuova Repubblica

Fondato da Rondolfo Pacciardi , deputato del PRI (ne era stato anche segretario) e contrario alla partecipazione ai governi di centrosinistra, NR fu fondata nel gennaio del 1964. L'”Unione Democratica per la Nuova Repubblica” è stato il primo partito politico in Italia a introdurre il presidenzialismo nel proprio programma, per questo motivo il movimento viene polticamente etichettato come conservatore

Il movimento e la proposta registrano all’inizio alcune adesioni importanti, il generale ed ex deputato Raffaele Cadorna, il giornalista Tomaso Smith, ex parlamentare indipendente di sinistra, Giano Accame, uscito dal MSI proprio nel 1968 e diversi altri, insomma un pò di tutto da destra a sinistra passando per il centro, fu quindi probabilmente una grossa delusione il risultato elettorale: 63.402 pari allo 0,20% alla Camera, presente in 15 circoscrizioni, tra queste Torino, Milano, Roma, Napoli, Catania e Palermo, non supera mai l’uno percento, salvo che in Molise (1,73%) e Palermo (1,08%),

In seguito a questa sconfitta il movimento sparì dalla scena politica anche se fino al 1980 venne pubblicato il settimanale Nuova Repubblica, Pacciardi, accusato, ma poi prosciolto, di partecipazione al presunto golpe bianco di Edgardo Sogno , rientrò nel PRI solo nel 1981.

Partito Autonomo dei Pensionati d’Italia

Presente anche nel 1963 si ripropone con un simbolo leggermente modificato, ottenendo solo 41.716 voti pari allo 0,13% , nel 1963 era presente in 17 circoscrizioni, mentre nel 1968 solo in 5 (Genova, Venezia, Napoli, Salerno, Catania), miglior punteggio a Venezia 1,21%

Union Valdotaine

Come nel 1963 presente solo nel colelgio della Valle d’Aosta, utilizza un simbolo per la camera ed uno per il Senato. Questa volta però perde entrambe le competizioni contro la DC :

Camera: DC 52,14% – UV 47,86%

Senato: DC 52,97% – UV 47,03%

Partito Sardo d’Azione

Torna ad essere autonomamente presente in Sardegna sia per la camera che per il senato, non ottiene eletti e nemmeno un risultato particolarmente brillante:

Camera : 27,227 voti – 3,61%

Senato: 25.891 voti – 3,87%

Partito Monarchico Nazionale

Era presente anche nel 1963 solo a Roma, questa volta si presenta a Milano (0,27%), Roma (0,27%) Bari (0,26%) e Catania (0,16%), in tutto 18,883 voti, come nel 1963 il più votato della lista é Cesare Crosta. Rispetto al 1963 lo scudo sabaudo é più scuro.

Raggruppamento Italiano

Presente a Roma (0,04%) e L’Aquila (0,10%) , in tutto 1.807 voti, tra i candidati più votati Giacinto Auriti e Paolo Sella di Monteluce, Il simbolo é piuttosto originale

Partito Comunista Rivoluzionario

Presente a Roma (0,05%) e L’Aquila (0,08%) solo 1798 voti , interessante il simbolo che propone una delle rare apparizioni elettorali della quarta internazionale (scritta in caratteri cubitali ma in modo elementare) con il numero 4 incastonato tra la falce e martellio.

le liste che seguono si presentano in una sola Circoscrizione

Movimento Socialista

Napoli -Caserta: 6.551 voti (0,39%) , nel simbolo c’é un incredibile affollamento, falce e martello, gru, navi, fabbriche e la scritta, manca solo in vero nome del partito.

Unione Slovena – Slovenska Skupnost

Formazione politica ancora esistente, si presenta solo nella circoscrizione di Trieste dove ottiene 6.142 pari al 2,88%, espressione della minoranza slovena, nel piccolo comune di Sgonico é il secondo partito, dietro al PCI, con il 21,04%

Partito del Progresso Sociale dell’Alto Adige – Soziale Fortschrittspartei Südtirols

Leader: Jenny Egmont

Fondato nel 1966 da fuoriusciti dal SVP, aveva l’appoggio dei socialdemocratici austriaci, presente solo in Trentino Alto Adige, prende 5,870 voti (1,34%) al Senato dove si propone solo in tre collegi e 5.740 pari al 1,16% alla Camera

Unione Nazionale di Salute Pubblica

Come nel 1963 si presenta solo nella circoscrizione Napoli-Caserta, prende 3.697 pari allo 0,22%, in leggero aumento, buon successo personale del più votato, Antonio Di Tuoro, con 2.026 preferenze

Ragione e Volontà “T”

Solo a Milano-Pavia, 3.158 voti, 0,12%, nome originalissimo e simbolo veramente minimal.

Partito Ordine Economico

Sul simbolo. caso raro in quel periodo, c’é un significativo messaggio del programma. Il POE nel 1963 aveva solo depositato il logo al Ministero, nel 1968 si presenta a Roma ottenendo 3.013 voti, 0,12%, più votato Amedeo Palmonella con 266 preferenze.

Partito Democratico Progressista

Solo a Roma, 2.208 voti, 0,09%, più votato con 266 preferenze Giuseppe Sperduti, il simbolo, francamente, non dà alcun tipo di messaggio politico ed é, probabilmente, uno dei più semplici e minimali apparsi..

Partito Agricoltori

E’ presente solo in Molise dove per far scattare il quorum serve circa il 20%, prende il 1,13% dato da 2.061 voti, la collocazione territoriale tenderebbe ad escludere un legame con il piemontese Partito dei Contadini.

Partito Radicale

Fondato nel 1955 da una scissione del PLI, nel 1958 si era presentato con il PRI, nel 1963 aveva solo depositato il simbolo, nel 1968 presenta una lista a Milano-Pavia ma prende solo 1.540 voti, pari all0 0,06%, più votato Vincenzo Accame con 67 preferenze. Il simbolo era quello utilizzato in quel periodo.

Riscossa Popolare

Solo a Roma, 1.196 voti, 0,05%, più votato con 191 preferenze Giuseppe Meli. Donne e uomini ritagliati dalla carta come simbolo….

Sacro Idealismo nel Mondo

Lista con un nome piuttosto curioso, si presenta solo a Venezia-Treviso dove prende 1.126 voti (0,13%) , maggior numero di preferenze, 28, a Renata Boz in Polo.

Partito Progressista – UNSIPO

La sigla sta per  Unione Nazionale Socialisti Indipendenti Progressisti Occidentali, fondata da Attilio D’Amico, nel 1953 si era presentato in un collegio senatoriale de L’Aquila, 15 anni dopo ritorna con una lista alla camera presente in Abruzzo raccogliendo 1.068 voti, 0,16%.

Partito Nazionale Mutilati e Combattenti d’Italia

Nel 1963 aveva solo depositato il simbolo, nel 1968 presenta una lista in Molise, arrivano solo 524 voti , 0,29% , per il capolista, Mariano Luciani, 93 preferenze. Il simbolo probabilmente si dovrebbe vedere a colori per interpretarlo meglio.

RISULTATI COMPLETI SENATO REGIONE PER REGIONE

SIMBOLI DEPOSITATI MA NON PRESENTI ALLE ELEZIONI

Come sempre partiti, associazioni, gruppi politici od anche singoli individui depositano la Ministero simboli che poi sulla scheda non compariranno, in alcuni casi (ad esempio CGIL e FIGC) SOLO per salvaguardia, in altri casi probabilmente non riescono a raccogliere le firme necessarie, spesso solo per ribadire la propria esistenza

UNIONE MONARCHICA
MOV. COLTIVATORI DIRETTI

Mov.Internazionalista Proletario

Amici della Luna

Fronte Combattentistico Naz.

Libero Mov. Progressista

Mov. Azione Socialista

Mov Italiano Applicazione Norme Democratiche Costituzionali

Movimento Nazionale Unitario

Partito Commerciale

P. Esistenzialista (presente in alcune elezioni a Verona)

P.Italiano Pace e Libertà

P. Nazionale Pensionati

Movimento Nazionale Italiano, presente nel 1953 e 1958, come nel 1963 presenta un simbolo simile a quello del PMP (con i due leoni)