Elezioni Politiche 1948

Sistema elettorale

Camera

I partiti presentavano in ogni circoscrizione una lista di candidati. L’assegnazione di seggi alle liste circoscrizionali avveniva con un  sistema proporzionale e utilizzando il metodo dei divisori con quoziente Imperiali; determinato il numero di seggi guadagnati da ciascuna lista, venivano proclamati eletti i candidati che, all’interno della stessa, avessero ottenuto il maggior numero di preferenze da parte degli elettori, i quali potevano esprimere il loro gradimento per un massimo di quattro candidati.

I seggi e i voti residuati a questa prima fase venivano raggruppati poi nel collegio unico nazionale, all’interno del quale gli scranni venivano assegnati sempre col metodo dei divisori, ma utilizzando ora il quoziente Hare naturale ed esaurendo il calcolo tramite il metodo dei più alti resti.La sostanziale differenza rispetto alle elezioni per l’Assemblea Costituente del 1946 riguardò la necessità di ottenere almeno un seggio in una circoscrizione per accedere al riparto dei resti nel collegio nazionale. La variazione colpì solo i micro partitini d’opinione senza alcun radicamento locale, come il Partito Cristiano Sociale, che persero il loro seggio.

Le Circoscrizioni sono 31 e, di fatto, rimangono le stesse fino al 1992, le ultime elezioni fatte con questo sistema elettorale.

Alcune coincidono con il territorio regionale: Liguria, Trentino-Alto Adige, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna e Lazion meno la provincia provincia di Rieti che é con l’Umbria, la provincia di Belluno é con il Friuli. Piemonte, Veneto (meno Belluno) , Emilia Romagna, Campania, Puglia e Sicilia sono divise in due circoscrizioni, la Toscana è divisa in tre e la Lombardia in quattro circoscrizioni, i pochi cambiamenti rispetto al 1946 sono Benevento che si stacca da Campobasso e passa con Avellino-Salerno, l’inserimento della provincia di Bolzano e di quella di Gorizia e Pordenone che nel 1946 non avevano votato perché ancora non restituite all’Italia, manca ancora, purtroppo, Trieste e, naturalmente, i territori dell’Istria e Dalmazia passati alla yugoslavia, anche i comuni piemontesi di Briga e Tenda, che nel 1946 avevano votato per il referendum sono passati alla francia. La Valle d’Aosta e collegio unico uninominale.

I Deputati da eleggere sono 574.

La legge elettorale pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale

Senato

Più semplice il sistema del Senato, come previsto dalla Costituzione è su base regionale e questo ancora non e cambiato ad oggi, non c’è quindi recupero di resti in un Collegio unico Nazionale, le regioni nel 1948 erano quelle di adesso, come detto unica eccezione Trieste, ad ogni regione viene attribuito un numero di senatori in base alla popolazione, per garantire un giusta rappresentanza i numero minimo è comunque fissato in sei, ad eccezione di Valle d’Aosta (uno) e Molise (due), il territorio regionale è diviso in tanti collegi quanti sono senatori da eleggere, viene eletto direttamente chi ottiene il 65% dei voti, fatto che si verifica piuttosto difficilmente anche perché la percentuale nel 1948 è calcolata sui votanti e non sui voti validi*, nel 1948 in 15 collegi, 14 per la DC ed unO per la SVP a Bressanone, altrimenti si procede al riparto dei seggi utilizzando il metodo d’Hondt che favorisce i gruppi più votati, per candidarsi in un collegio servono minimo 300 firme (massimo 500), ci si può candidare in tre collegi purché della stessa regione, la dichiarazione di collegamento tra candidati deve essere fatta da almeno tre candidati, tecnicamente un candidato poteva, quindi, collegarsi solo con se stesso candidandosi in tre collegi diversi.

Si potevano collegare tra loro anche candidati che avevano simbolo diverso, questo provoca probabilmente qualche problema, ad oggi, di interpretazione sull’assegnazione di alcuni seggi, in particolare di candidati indipendenti, sul dettaglio delle candidature indipendenti torneremo più avanti.

La particolare forma di presentazione delle candidature, firme collegio per collegio, penalizza certamente i partiti minori che anche nelle regioni dove sono presenti quasi mai riescono a coprire tutti i collegi, anzi spesso schierano pochissime candidature, per questo motivo i risultati del Senato sono da prendere con beneficio di inventario.

I Senatori da eleggere erano 237, ai senatori elettivi vanno aggiunti quelli di diritto previsti dalla III disposizione transitoria della Costituzione, che prevede la nomina, per la sola I legislatura, per i perseguitati dal Fascismo, per coloro che sono stati destituiti dalla seduta della Camera del 9 novembre 1926 , per chi ha fatto parte del disciolto Senato del Regno d’Italia e altre caratteristiche descritte nell’articolo. I senatori non elettivi furono 106, che hanno quindi portato il totale a 343, rendendo così il Senato della I legislatura il più numeroso di sempre nella Repubblica italiana. Inoltre, sempre durante la prima legislatura, furono nominati otto senatori a vita più Enrico de Nicola, senatore a vita di diritto in quanto ex Presidente della Repubblica.

  • tutte le percentuali sono calcolate sui votanti e non sui voti validi, questo costa alla DC la mancata elezione diretta di 8 senatori ed 1 per il FDP, nel corso della Legislatura questa norma verrà cambiata.

La Gazzetta Ufficiale con la Legge elettorale per il Senato.

Il clima politico

Le Elezioni del 1948 furono uniche nella storia per la fortissima contrapposizione tra la Democrazia Cristiana, filo occidentale che guardava agli Stati Uniti e le sinistre, PCI e PSI che formarono un cartello elettorale unico, il Fronte Democratico Popolare, la campagna elettorale fu molto accesa, con militanti ed attivisti di entrambe gli schieramenti che si contendevano ogni singolo voto, anche con il porta a porta, la Chiesa si schierò apertamente a favore della DC, con  l’istituzione dei Comitati Civici, coinvolgendo numerosi attivisti della Azione Cattolica , mobilitando le parrocchie , sacerdoti ed anche vescovi che precisarono che costituiva peccato mortale sia il non votare sia il votare «per le liste e per i candidati che non danno sufficiente affidamento di rispettare i diritti di Dio, della Chiesa e degli uomini. Gli intellettuali si schierano a favore delle sinistre e un appello dell’Alleanza per la cultura raccolse circa 4.000 firme, il Fronte poteva contare, inoltre, sugli agit-prop del PCI.

Per la prima volta, inoltre la campagna elettorale viene svolta con una forte opera propagandistica.

In base alle elezioni di due anni prima la DC partiva da circa il 35% mentre i socìalcomunisti dal 39% (20,68% PSI – 18,93% PCI), in realtà non era cosi perché già durante l’Assemblea Costituente un cinquantina di deputati socialisti avevano lasciato il partito per fondare il PSLI  Partito Socialista dei Lavoratori Italiani che non aderirà, come vedremo nel dettaglio delle singole liste, al Fronte Popolare.

I due maggiori schieramenti raccolgono insieme il 79,5% alla camera dei voti lasciando agli altri partiti solo le briciole.

Camera dei Deputati – risultati completi di ogni circoscrizione

elenco completo Deputati eletti

L’assestamento definitivo arriva solo nel 1949 a seguiti di ricalcolo per le Circoscrizioni di Pisa e Roma

Senato della Repubblica – risultati completi di ogni regione

Per avere un quadro completo di ogni regione , visto che non tutte le liste erano presenti in tuti i collegi regionali, si rimanda al dettaglio di ogni singola regione presente a fondo pagina.

specchietto con attribuzione eletti Senato

Democrazia Cristiana

Credevo che piovesse, non che grandinasse, Con queste parole Alcide De Gasperi commentò, dopo il 18 aprile 1948, la straripante vittoria della Democrazia Cristiana sul Fronte Popolare

La DC ottiene il 48,50 e 305 deputati, al Senato 48,11 e 131 senatori, la maggioranza assoluta in entrambe le Camere da sola, non capiterà mai più per nessun altro partito in nessuna altra elezione. Vince in tutte le circoscrizioni della Camera tranne Mantova-Cremona, le due dell’Emilia Romagna, Firenze-Pistoia, Siena-Arezzo-Grosseto e Perugia-Terni-Rieti, al Senato non e primo partito solo in Emilia Romagna, Toscana ed Umbria, migliori risultati alla Camera a Bergamo-Brescia con il 66,79% e Verona-Padova-Vicenza-Rovigo con il 62,28%, al Senato in Veneto prende il 61,84% ed in Friuli il 61,51%, nel collegio di Bassano ottiene l’ 82,19% , in quello di Cittadella il 76,52%. è presente in 233 collegi su 237. compreso Aosta dove questa volta vince. I numeri strepitosi della vittoria democristiana sono anche sanciti dal fatto che in ben 14 collegi senatoriali (3 in Lombardia, 6 in Veneto, 3 in TAA, 1 in Abruzzo ed 1 in Sicilia) il candidato della DC supera il 65% e viene eletto direttamente ed in diversi altri questo risultato viene mancato per pochi voti.

La propaganda elettorale é di fatto incentrata sul pericolo comunista:

Fronte Democratico Popolare

Cartello elettorale formato dal Partito Comunista Italiano e dal Partito Socialista italiano, i leaders erano Palmiro Togliatti e Pietro Nenni, al cartello aderirono formazioni minori (Alleanza Femminile, Costituente della Terra, Movimento Rurale, Movimento Cristiano per la Pace, Movimento di Unità Socialista), il leader del Mov. Cristiano era Guido Miglioli, deputato del Partito Popolare nel 1919 che venne eletto.

Il Fronte ottenne il 30,98% e 183 deputati ed al Senato il 30,76 e 72 senatori, la suddivisione tra i due partiti favorì nettamente il PCI (126 deputati e 77 senatori) e segnò definitivamente il sorpasso ai danni del PSI.

Come visto il Fronte primeggia in alcune Circoscrizioni ed in tre regioni, il miglior risultato alla Camera è a Siena-Arezzo-Grosseto con il 55,14% segue Bologna-Ferrara-Ravenna-Forlì con il 52%, al Senato in Emilia Romagna con il 50,58%.

Il Fronte accusava la DC e De Gasperi di essere manovrati dagli Stati Uniti

Al Senato si presenta in tutti i collegi ad eccezione di Umbria 2 dove, comunque, c’è il socialista Ottorino Spagnesi candidato come indipendente e, stranamente, in quello di Massa Carrara

In Valle d’Aosta ripropone il cartello del 1946 ma questa volta non vince.

Dopo queste elezioni l’alleanza elettorale si scioglie ed i due partiti formeranno gruppi autonomi e prenderanno, nel corso degli anni, strade ed alleanze diverse.

Nota curiosa: nel 1946 il l’immagine di Giuseppe Garibaldi era sta utilizzata dalla lista Movimento Garibaldino a Napoli-Caserta ed aveva ottenuto solo 1992 voti

i simboli dei due partiti, comunque regolarmente depositati, erano questi

Unità Socialista

L’ 11 gennaio 1947, durante il XXV Congresso del PSIUP (9-13 gennaio) il gruppo guidata da Giuseppe Saragat uscì dal partito e diede vita al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, Il 10 gennaio su proposta di Olindo Vernocchi il PSIUP tornò a chiamarsi PSI nel timore che gli scissionisti potessero appropriarsi della denominazione storica del Partito, seguirono Saragat un cinquantina di deputati dell’Assemblea Costituente, l’evento viene ricordato come “scissione di Palazzo Barberini”

dal nome del luogo dove si riunirono i fautori del nuovo partito, lo scontro tra le due fazioni era sulle posizioni filo URSS prese da Nenni e sui rapporti con il PCI, ovviamente il nuovo partito non partecipò al Fronte e presentò in tutta Italia proprie, nel 1952 assunse il nome di Partito Socialista Democratico Italiano – PSDI che mantenne fino al 1998, anno dello scioglimento del partito, anche se in seguito, nel 2004, viene rifondato da Emilio Carta, recentemente scomparso, come Nuovo PSDI.

Nel 1948 Unità Socialista si colloca come terza forza, anche se nettamente distaccata dalle due principali e, tutto sommato, è l’unico partito che non viene penalizzato enormemente dal dualismo DC-FDP.

Ottiene alla Camera il 7,07%, 1.858.116 voti eleggendo 33 deputati, un risultato che non sarà mai superato nelle elezioni a venire.

Il risultato migliore arriva a Udine-Gorizia-Belluno con il 14,13% ma in genere in tutto il Nord i dati sono buoni e quasi sempre superiori al 10%, meno brillanti, invece nel centro e sopratutto nel sud, salvo che in Basilicata.

Per quanto riguarda il Senato in alcune regione stringe una alleanza con il Partito Repubblicano Italiano, corre in solitaria in Piemonte, Veneto (otto collegi) , in un collegio Ligure, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria (solo un collegio) Sicilia e Sardegna, in tutto presente in 121 collegi, mentre presenta candidati comuni con il PRI in Lombardia, Veneto (nove collegi), Liguria ( 7 collegi su 8) e Friuli, non si presenta in Trentino Alto Adige, Marche e Molise, in Valle d’Aosta è presente una lista Unione Socialista Indipendente.

Il simbolo delle candidature comuni al Senato

Il risultato dei candidati solo U.S. é 943,219 voti pari al 4,16% ed elegge 8 senatori, con i due simboli i voti sono 607.792 e gli eletti 4, due a testa.

Blocco Nazionale

Capo Politico: Lugi Einaudi.

Formato da Partito Liberale Italiano e Fronte dell’Uomo Qualunque con la partecipazione anche della’ Unione per la Ricostruzione Nazionale di Francesco Saverio Nitti, presidente del Consiglio dal nel 1919/1920, è sicuramente una formazione politica che esce molto ridimensionata dalle urne,

nel 1946 il Fronte aveva ottenuto il 5,27%, il PLI, con il cartello Unione Democratica Nazionale, il 6,78%. Vero è che nel frattempo l’Uomo Qualunque aveva perso diversi esponenti, passati ai monarchici ed anche al MSI e qualcuno si era messo in proprio, vero anche che nel cartello UDN c’era anche il Partito Democratico del Lavoro che si era sciolto a gennaio e solo un parlamentare aveva aderito al PLI, ma al Blocco nazionale arrivano solo 1.003.727 voti pari al 3,82% e 19 deputati,

perde quindi circa otto punti, penalizzato, probabilmente, da due elementi: l’esaurimento, specialmente nel sud, della presa elettorale anti-politica di Guglielmo Giannini e la “trappola” del voto utile alla DC in funzione anti comunista, inoltre anche presenza delle liste del Partito Monarchico e del MSI, assenti nel 1946, erodono voti, tuttavia nel 1946 era presente anche la lista del Blocco Nazionale della Libertà (2,78%) e diversi eletti di quel cartello erano passati al PLI ed all’Uomo Qualunque, tra i 19 eletti solo 4 sono riconducibili all’UQ, tra questi Giannini e la sorella Olga che nel corso della legislatura passa ai monarchici, Giannini aderirà alla DC ma non verrà più rieletto nel 1953.

Il Blocco si presenta in tutte le circoscrizioni (tranne come tutti la valle d’Aosta), i migliori risultati sono nel sud Italia, Molise 14,31% ma vale un solo eletto, Lecce ( 13,77%) e Benevento-Avellino-Salerno (12,62%). Un solo esempio per dare l’idea del tracollo elettorale, ne 1946 a Bari l’Uomo Qualunque aveva preso il 36,86% , l’UDN il 9,05% nel 1948 al Blocco arriva solo il 9,37%……

Al Senato è presente ovunque eccetto le Marche, il miglior risultato é ancora in Molise, 19,16%, secondo partito, ma è effimero perché i due senatori della regione vanno alla DC, più utile quello della Calabria 15,33% e due eletti, gli altri senatori, in tutto ne ottiene 7, scattano in Campania, due eletti, un senatore arriva anche in Sicilia, uno in Sardegna ed uno in Puglia, nessun eletto nel centro nord al Senato, presente in totale in 183 collegi, con qualche buco sparso qua e là e qualche collegamento con Indipendenti. Il leader del PLI, Roberto Lucifero, viene eletto al Senato in Calabria 3, in quel collegio non c’era il candidato della DC ma solo BN e Fronte, nel corso della legislatura Lucifero passerà al Partito Monarchico.

Il cartello, inevitabilmente, si scioglie, il PLI continuerà la sua strada ed il Fronte sparisce dopo le regionali in Sardegna del 1949 dove ottiene solo lo 0,9%.

Anche in questo caso i due partiti depositano i simboli

Partito Nazionale Monarchico -Alleanza del Lavoro

Capo Politico: Alfredo Covelli.

Nel 1946, ricordiamo che le elezioni per la Costituente si svolsero in contemporanea con il referendum Monarchia-Repubblica, non era presente, anche se qualche solitaria lista monarchica si era presenta in un paio di circoscrizioni, il programma è ovvio: riportare la Monarchia in Italia,

i monarchici, infatti da sempre contestano il risultato del referendum istituzionale, il PNM prende solo 729.078 voti pari al 2,78% ed elegge 14 deputati, una delusione enorme se si pensa che il bacino potenziale di voti era di oltre 10 milioni, cioè quelli che nel giugno 1946 avevano scelto i Savoia invece che la repubblica.

Nel 1948 il Partito Nazionale Monarchico si presenta con l’aggiunta dell’Alleanza Democratica Nazionale del Lavoro.

Presente ovunque eccetto Trento-Bolzano e Parma-Modena-Reggio Emilia al nord ed al centro prende percentuali sotto l’ 1% , dal Lazio in avanti le cose migliorano, in Campania supera il 12% (Napoli città 14,51%) guidato dal leader Alfredo Covelli che prende oltre 40000 voti di preferenza individuale nella circ. Napoli-Caserta e 310000 in quella BN-AV-SA, bene anche in Sicilia, 8,75% Catania, 9,03% Palermo.

Al Senato è presente solo in Piemonte (un solo collegio), Lazio (1,76% su sei collegi), Molise (7,12%), Campania (6,41% su otto collegi), Puglia (3,59 su otto collegi), Basilicata (un solo collegio), Sicilia (9,64% ), totale solo 42 collegi su 237, inevitabilmente . arrivano solo tre eletti, due in Sicilia ed uno in Campania, il Blocco Nazionale utilizza moltissimo, nella tradizione liberale, il collegamento con candidati indipendenti.

Partito Repubblicano Italiano

Capo Politico: Rodolfo Pacciardi.

Presente anche nel 1946, ne erano entrati a far parte La Malfa e Parri con la Concentrazione Democratica Repubblicana, tuttavia il risultato del PRI è deludente ed inferiore al quello di due anni prima, scende dal 4,36% (più lo 0,42% del CDR) al 2,48% dato da 651,875 voti raccolti nelle 30 circoscrizioni nazionali, ottiene solo 9 deputati contro i 23+2 della Costituente, percentuali molto basse ovunque tranne che nelle zone storiche, Marche (8,97%) e Romagna, 7,88% nella Circoscrizione, 19,20% in provincia di Ravenna, secondo partito dietro il Fronte Popolare a Ravenna città con il 33,53%.

Bene anche nel Lazio con il 6,56%. Al Senato, come visto, stringe in alcune regioni una alleanza con i socialisti di Saragat, in Lombardia, Veneto (nove collegi, in altri è assente ), Liguria ( 7 collegi su 8) e Friuli, corre in solitaria in Trentino, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo (un solo collegio), Molise, Campania (7 collegi) , Puglia (9), Calabria 82) e Sicilia, assente in Piemonte, in totale 95 collegi da solo, 594.178 voti, 51 con U.S..

Ottiene 4 senatori, eletti in Emilia-Romagna, Marche, Lazio e Sicilia, due altri sono eletti con le liste unitarie, miglior risultato nelle Marche con il 14,01%, terzo partito

Movimento Sociale Italiano

Capo Politico: Giorgio Almirante.

Il MSI, Movimento Sociale Italiano, nasce ufficialmente il 26 dicembre 1946 a Roma, nello studio dell’ex vice-federale romano, il ragionier Arturo Michelini. Lo scopo è quello di raccogliere le forze fasciste disperse dopo la fine della Guerra e in parte, provvisoriamente, confluite nel partito dell’Uomo Qualunque, creato da Guglielmo Giannini per contrastare l’egemonia dei partiti del Cln.

Tra i fondatori del movimento alcuni reduci della Repubblica Sociale Italiana: Pino Romualdi, Giorgio Almirante, Cesco Giulio Baghino e Mario Cassiano. Come simbolo del partito, Giorgio Almirante propone l’adozione della fiamma tricolore, nel nuovo soggetto politico confluirono diversi gruppi esistenti, per questo si decise di utilizzare la formula del movimento e non quella del partito, la dicitura Destra Nazionale sarà aggiunta solo dopo la fusione con i monarchici nel 1972.

Riesce a presentare liste in tutte le circoscrizioni della Camera tranne Trento-Bolzano ma solo nel Lazio e nel sud arrivano risultati apprezzabili, in totale sono 6 gli eletti grazie a 526.882 voti pari al 2,00%, entrano in parlamento Giorgio Almirante, Roberto Mieville, Arturo Michelini, Giovanni Roberti, Guido Russo Perez (proveniente dall’Uomo Qualunque) e Luigi Filosa che decade nel giugno del 1949 su iniziativa del primo degli esclusi, Luigi Palmieri che lo denunciò per per attività clandestina fascista , Palmieri fu espulso e Filosa rieletto nel 1953. il miglior risultato in Calabria (5,41%), poi Napoli-Caserta 4,64% e Roma-LT-VT-FR (4,42%) a Roma città prende il 5,61% e seppur staccatissimo è il terzo partito, a Napoli città è al 7,42%, nel corso della Legislatura aderisce al MSI il deputato pugliese Domenico Latanza, eletto nella DC.

Assolutamente secondaria la presenza al Senato, solo in Lazio, Molise, Campania, Puglia e Sicilia vengono proposti candidati e non in tutti i collegi , in totale presenta solo 37 candidati al Senato in tutta Italia, di questi 14 nella sola Sicilia, non ottiene eletti, anche se sarà presente comunque in Senato grazie all’adesione di Enea Franza, proveniente dal Partito Democratico del Lavoro, eletto come candidato Indipendente nel collegio di Benevento con il 27.65%, nelle legislature successive ricoprirà il ruolo di capogruppo al Senato per il MSI.

Südtiroler Volkspartei

Il simbolo utilizzato alla Camera, dove la lista è i comune con il Partito Popolare Trentino Tirolese è questo la stella alpina o edelweiss è su sfondo bianco. Al Senato usa quello tradizionale:

Il partito ancora oggi presente in parlamento, si presenta solo in Trentino Alto Adige e rappresenta le istanze della popolazione di lingua tedesca dell’Alto Adige/Sud Tirol, da sempre raccolgie percentuali altissime, soprattutto nei comuni a nord di Bolzano, basti dire che nel collegio senatoriale di Bressanone il candidato Raffeiner Giuseppe prende il 82,85%, l’altro senatore scatta a Bolzano, la Svp si presenta al Senato solo in questi due collegi, alla Camera è ovviamente presente un tutta la Circoscrizione, arrivano 124.243 voti (30,60%) e tre deputati, in lista anche Silvius Magnago che però è solo il primo degli esclusi.

Partito Sardo d’Azione

Lo storico partito sardo, che sopravvive allo scioglimento del Partito d’Azione, nel 1946 aveva ottenuto due seggi, si ripresenta solo in Sardegna dove arrivano 61.928 voti (10,26%) ed un eletto nella persona di Giovanni Battista Melis che ne sarà segretario per vent’anni, il leader storico, Emilio Lussu, era entrato in Senato tra i membri di diritto previsti per la I legislatura, al Senato il PsdAz. È presente in tutti e sei i collegi sardi e conquista un seggio nella persona di Luigi Oggiano (collegio di Nuoro), in tutto sono 65.743 (12,73%), va detto che alla Camera era presente anche la Lega Sarda.

Partito dei Contadini d’Italia

Già presente nel 1946, ha la sua base elettorale nel Piemonte Sud (Asti, Alessandria, Cuneo) ,nel 1948 grazie al 6,26& raccolto in questa Circoscrizione, 55780 voti, riesce a mandare nuovamente alla Camera il leader Alessandro Scotti che nel 1953 si presenterà per il Partito Monarchico.

il PCdI presenta liste in 14 circoscrizioni tra nord, centro e sud ma i risultati nelle altre 13 sono decisamente scarsi e non fanno scattare un ulteriore seggio con il Collegio Unico Nazionale, al Senato è presente solo in Piemonte (2,96% in 9 collegi ) e, chissà perché, in due collegi della Campania (Benevento e Sala Consilina-Vallo della Lucania) dove ottiene il 1,76% e 2,80%, ma nessun eletto in entrambe le regioni, nel collegio di Asti é il terzo partito con il 16,51%, in quello di Alba il secondo con il 11,86%.

Questo è l’ultima lista che ottiene almeno un eletto alla Camera.

Indipendenti Senato

Come detto al Senato si presentano alcuni candidati Indipendenti , sono 61 in tutta Italia cosi divisi Piemonte 2, Lombardia 1, Veneto 5, Trentino 1, Friuli 1, Emilia Romagna 3, Umbria 5, Lazio 7, Molise 2, Campania 15, Puglia 7, Basilicata 4, Calabria 5, Sicilia 2, Sardegna 1, quindi in alcune regioni una presenza massiccia.

La legge elettorale del Senato prevedeva i collegamenti anche tra candidati con simbolo diverso, è facile immaginare che molti di questi Indipendenti fossero, in realtà candidati collegati con partiti nazionali che, magari in quel collegio non presentavano il simbolo, Purtroppo è arduo ricostruire tutti i collegamenti cosi’ pure il vari simboli che li accompagnavano, l’Archivio storico del Ministero propone per tutti lo stesso simbolo ma sicuramente è un errore, così come è errata l’attribuzione in Campania di un seggio al MSI al Senatori in realtà ottenuto dall’indipendente Franza,.

Altri quattro candidati indipendenti furono eletti:

In Piemonte Egidio Fazio a Mondovì, in quel collegio non era presente direttamente il Blocco Nazionale ed infatti Fazio aderirà in seguito al gruppo Liberale.

Stessa situazione in Puglia dove nel collegio di Bari Renato Angiolillo, giornalista, fondatore e direttore de Il Tempo, ottiene il 51,42% ed aderisce subito al gruppo Liberale.

il simbolo utilizzato é questo:

In Campania gli altri due eletti sono:

Giacinto Bosco nel collegio di Santa Maria Capua a Venere-Aversa che poi aderirà al gruppo della DC, rimarrà al Senato fino al 1976 ricoprendo incarichi di governo come Ministro (Giustizia, Finanza, Pubblica Istruzione e Lavoro). Nel collegio, tuttavia, era presente anche il simbolo della DC.

PROBABILE SIMBOLO DI GIACINTO BOSCO

Raffaele Pezzullo, sindaco di Frattamaggiore, nel collegio di Afragola, che rimarrà invece nel gruppo misto, nel 1956 ritornerà per un breve periodo al Senato in sostituzione di un senatore democristiano deceduto, muore il 19 gennaio 1957, anche in questo collegio non era presente il Blocco Nazionale.

il 22 giugno 1949, poi, a Francesco Termini, eletto nel Blocco Nazionale in Sicilia, che decade per Ineleggibilità (art. 1 della legge 1453/1947 “limitazione temporanea del diritto di voto ai capi responsabili del regime fascista”) subentra Giovan Battista Rizzo, indipendente eletto a Siracusa, collegato al gruppo Blocco Nazionale.

Riportiamo, a titolo di curiosità, il simbolo del candidato Indipendente Benigno Di Tullio nei due collegi del Molise, il simbolo é quello del Fronte Indipendente dei Combattenti e Reduci

Qualcuno, come Massarenti , candidato in tre collegi dell’Emilia Romagna, mette la propria immagine com simbolo.

Scelta fatta anche da Bonuccio Bonucci nel collegio 4 dell’Umbria

Mentre nel collegio 2 in Puglia Leonardo Azzarita si presenta con questo simbolo.

Altri simboli utilizzati da candidati indipendenti per il Senato

Liste che non ottengono seggi:

Partito Cristiano Sociale

Nel 1948 il leader Gerardo Bruni, con le poche forze di cui disponeva e l’ostracismo della Democrazia Cristiana (Bruni nel 1947 perse il lavoro nella Biblioteca Vaticana per le sue posizioni politiche) il partito raccolse 72.854 voti pari allo 0,28% ma nessun seggio in parlamento.

In seguito a questa sconfitta il partito si sciolse e il fondatore Bruni continuò la sua attività in alcuni movimenti della sinistra cristiana, il Partito Cristiano Sociale, pur ponendosi a sinistra, non aderì al Fronte Democratico, scelta fatta anche dal Partito Sardo d’Azione, la scelta lo penalizzò, infatti non ottenne seggi perché in nessuna delle 18 circoscrizioni dove era presente scattò il seggio pieno, anzi l’unico risultato sopra l’uno per cento lo ottiene a Siena-Arezzo-Grosseto. Per il Senato non presentò candidature.

Movimento Nazionalista per la Democrazia Sociale

Fondato da Emilio Patrissi, esponente della Concentrazione Nazionale Democratica Liberale ma che nel 1946 era stato eletto alla Costituente con il Fronte dell’Uomo Qualunque, su posizione di destra il Patrissi abbandona il partito di Giannini nel luglio del 1946 ed in seguito aderisce al gruppo dell’Unione Nazionale, nel luglio del 1947 fonda il M.N.D.S.

Il partito si presenta in 22 circoscrizioni su 31 ma, nonostante la discreta presenza territoriale non ottiene eletti, i risultati sono, infatti, molto scarsi e l’unica circoscrizione dove ottiene una percentuale dignitosa é Benevento-Avellino-Salerno (2,41%), arrivano in tutto solo 56.096 voti ( 0,21%). Per il Senato é presente solo in quattro collegi della Campania e due della Calabria, i voti sono in tutto 27.152 (0,12%), di questi 8116 nel collegio sala Consilina-Vallo della Lucania dove arriva al 9,29% ed 8488 in quello di Locri dove prende il 11,35%. Nel 1953 Patrissi si presenterà con i monarchici senza essere eletto, altri aderenti al MNDS confluiranno nel MSI.

Unione Movimenti Federalisti

Nel 1946 in Sicilia aveva ottenuto 168.287 voti ed eletto 4 deputati all’Assemblea Costituente come Movimento Indipendentista Siciliano, nel 148 si presenta in sete circoscrizioni circoscrizioni come Unione Movimenti Federalisti ma arrivano solo 52.655 voti e nessun eletto alla Camera,

migliori risultati, ovviamente, in Sicilia, nel dettaglio prende il 2,29% nella Circoscrizione di Catania ed l’ 1,93% in quella di Palermo, su scala nazionale fa lo 0,20%. Al Senato è presente in 11 collegi dei 22 della Sicilia, anche qui nessun eletto e solo 42.880 voti (2,24% in regione),  Dopo la bocciatura elettorale Finocchiaro Aprile si dimise da presidente del Movimento per l’indipendenza siciliana, ormai ridotto ad una semplice sigla.  Ultima partecipazione elettorale le regionali del 1951 presenta solo nel collegio di Catania, non ottiene seggi.

Blocco Popolare Unionista

Erede del Movimento Unionista Italiano che aveva come proposta principale l’adesione dell’Italia agli Stati Uniti d’America e che aveva eletto un deputato, Ugo Damiani, alla Costituente, il Blocco Popolare si presenta solo alla Camera in 14 circoscrizioni, in nessuna supera l’uno per cento ed arriva lontanissimo dall’eleggere un deputato, in totale i voti ottenuti sono 35.799 pari allo 0,14%, come si vede dal simbolo la proposta erano gli Sati Uniti del Mondo per Pace e Lavoro.

Partito Comunista Internazionalista

Presente anche nel 1946 pur con un simbolo diverso, nel 1948 é l’unica lista ad utilizzare a falce e martello, stranamente questo non porta vantaggi ed arrivano solo 20,736 voti (0,08%) da dire che era presente solo Milano-Pavia (0,65%), Como-Sondrio-Varese (0,54%9, Parma (0,29%) e Napoli (014%). Questa é l’ultima presenza elettorale del P.C. Internazionalista che é ancora attivo ed é quindi il più vecchio partito comunista in Italia.

Altre liste – presenti solo alla Camera.

Concentrazione Nazionale Combattenti Uniti

Nonostante si presenti in 10 circoscrizioni prende solo 11.396 voti , 0,04%

Partito Demolaburista Italiano

Presente in sei circoscrizioni, ottiene in tutto 10.002 voti (0,04%) , in nessuna supera l’uno per cento. Il simbolo é comunque ben disegnato.

Partito Democratico Indipendente dei Pensionati

.125 voti (0,03%) raccolti a Verona, Napoli ed in Sardegna…

Fronte degli Italiani

Presente in sei circoscrizioni raccoglie comunque pochissimo, 5481 voti (0,02%), il simbolo appare decisamente datato anche per l’epoca e soprattutto senza riferimenti al nome del partito, in realtà il Fronte degli Italiani era confluito nel MSI, ma alcuni che non vollero aderire presentano liste autonome.

Era legato alla rivista La Rivolta Ideale di Giovanni Tonelli che invece fu uno dei fondatori del Movimento Sociale.

Gruppo Politico “La Destra”

4300 voti (0,02%) ottenuti a Roma, Calabria e nelle due circ. siciliane, anche in questo caso il simbolo, pur elaborato, appare molto poco accattivante, tra i candidati Vincenzo Tieri che in Calabria prende 46 voti di preferenza individuale, nel 1946 con l’Uomo Qualunque era stato eletto con 9.540 preferenze,

ne era uscito contestando l’accordo con il PLI e fondando il Partito Qualunquista Italiano che però si limita a depèositare il simbolo senza utilizzarlo (peccato perché era comuqnue graficamente migliore)

Associazione Nazionale Congiunti dei dispersi in Guerra

E’ presente in 2 circoscrizioni , Liguria e Verona , ottenendo in tutto solo 3707 voti pari al 0,012% su scala nazionale.

Fronte Unico Anticomunista “Risveglio Nazionale”

Una delle poche liste che inserisce il nome completo nel simbolo, con tanto di sigla, presente solo a Roma e Catania, ottiene 2091 voti, 0,008%….

Movimento per l’Unità d’Italia

Nonostante la presenza in quattro circoscrizioni, le due campane, Lecce e Catania, raccoglie solo 2048 voti pari al 0,008% su scala nazionale.

Le liste seguenti si presentano in una sola circoscrizione (il dato percentuale é riferito alla circoscrizione)

Fronte Democratico Progressista Repubblicano

E’ la lista del Fronte per la Valle d’Aosta, 14482 voti – 29,70% per la Camera, 13479 30,78% per il Senato

Partito Indipendente dei Contadini

Si presenta nel Piemonte sud (AL-AT-CN) In evidente concorrenza con il Partito dei Contadini d’Italia, 6733 voti – 0.78%

Partito Patria e Libertà

Il leone e la corona si vedono solo a Palermo, il simbolo è pure molto belleo e forse meriterebbe più dei 3078 voti presi, 0,30%

Concentrazione Rurale Indipendente Aosta

Simbolo simile a a quello della Concentrazione Nazionale Combattenti Uniti, presente in Valle d’Aosta 2906 voti – 5,96% per la Camera, 2868 6,55% per il Senato

Fronte Antibolscevico Italiano

Presente a Catania – 2756 voti 0,26%,. era una delle varie associazioni costituite da reduci del Partito Nazionale Fascista, non entra nel MSI ma si presenta in solitaria, riuscendo però ad piazzare la lista solo in una circoscrizione.

Unione Socialista Indipendente

Probabilmente la versione aostana di Unità Socialista, 2637 voti – 5,41% per la Camera, 2833 6,47% per il Senat

Raggruppamento Popolare Italiano

Si presenta a Verona , 2191 voti 0,17%

Concentrazione Nazionale per la Democrazia Socialista

A Roma 2046 voti , 0,12%

Maglio

presente a Bari-Foggia 1642 voti – 0,18%

Confederazione Italiana dei liberi sindacati

Presente in Calabria – 1531 voti 0,16%

Partito Monarchico del Mezzogiorno

Napoli-Caserta, 1445 voti 0,11%

Lega Sarda

presente in Sardegna (come nel 1946) 1117 voti 0,18%

Ente Nazionale Riscossa Sociale

Napoli-Caserta 1051 voti 0,08%

Fronte Nazionale Progressista

Roma, 1038 voti 0,06%

Gruppo Indipendente

Napoli-Caserta 955 voti 0,08%

Movimento Cattolico Indipendente Pax e Justitia

Sardegna 961 voti 0,16%

Partito Esistenzialista Italiano

Verona-Padova-Vicenza-Rovigo, 816 voti 0,06%

Partito Mazziniano Italiano

Nonostante il imbolo sia graficamente di un livello superiore nella circ. di Roma prende solo 668 voti, 0,04%

Blocco Lav. Tec. Ric. Mezzogiorno (denominazione incerta)

Napoli-Caserta 539 voti 0,004%

Movimento Italiano per la Federazione Europea

Uno dei simbolo peggio disegnati tra i presenti, prende solo 470 voti a Roma , 0,03%

Unione Nazionale Disoccupati Profughi Senza Tetto ed Apartitici

A Roma solo 274 voti , 0,02%, per una con un nome lunghissimo e che comprendere diverse categorie

Dettaglio di ogni regione per il Senato della Repubblica

Si ringrazia Gabriele Maestri che ha procurato, attingendo dal suo archivio infinto, i simboli, il formato di questi é stato ridotto per esigenze di pubblicazione.

i dati elettorali sono presi dall’ Archivio Elettorale del Ministero dell’Interno